mercoledì 27 agosto 2008

Sotto il Burqa?


La vicenda ha del grottesco.
Qualche giorno fa,un solerte impiegato di un museo civico di Venezia invita una cliente musulmana,vestita da cima a fondo con il Burqa,a farsi identificare. Cosa giusta e normale. Ovviamente la signora ,con aria altezzosa,non solo ha finto di non badarlo,ma ha cercato di incamminarsi verso i piani alti, con aria di sfida.
Ma purtroppo per lei,niente da fare. Il solerte impiegato non l’ha fatta passare;d’altronde la legge è legge ed è uguale per tutti.

Lo stabilisce una legge del 1975 ,dove viene sancita l’obbligatorietà per tutti ,di vestirsi in maniera tale da farsi identificare,sia per chi indossa un casco o per chi decide di andare in giro con un passamontagna.
Quindi ,un bravo all’impiegato( penserete voi). No,anzi è stato quasi minacciato dal conservatore di Cà Rezzonico ,di applicare un azione disciplinare, precedendo cosi di poco,anche lo starnazzare dell’Assessore alla cultura, che per non essere da meno,ha deciso di avviare un indagine interna.
Follia,follia allo stato pure.

Follia è l’unico aggettivo che spiega bene e rende bene l’idea di come è stata ridotta Venezia,la storia dei Dogi che si facevano rispettare dall’impero Turco-Ottomano a differenza dell’attuale giunta diventata la spalla comica di chi ha voluto ridurre Venezia quasi ad una latrina.

Ci meravigliamo poi perché la gente disprezzi questa giunta e tutta l’accozzaglia del sottobosco delle municipalizzate?
Ci meravigliamo poi se Gheddafi continua a ricattare l’Italia con presunti debiti di guerra?
No,questo è quello che passa il convento.

Purtroppo il continuo calarsi le braghe della classe dirigente figlia del 68,in particolar modo,di fronte all’islam da una parte e vietando al Papa Benedetto XVI di parlare alla Sapienza dall’altra (tanto per fare un esempio),ci sta rendendo sempre più ridicoli di fronte al mondo intero.

Io credo a questo punto che dovremmo uscire dalla trappola del multiculturalismo che ci hanno cucito addosso inclusa la chiesa, e pensare al pluralismo come l’unica alternativa a questo continuo mescolamento di carte e di razze.
Il primo ci rende schiavi di chi si ghettizza in nome della sua cultura.Il secondo invece ci arricchisce della pluralità delle idee nel rispetto della nostra cultura madre.Tutto quello che Cacciari ed i suoi Peones non hanno mai capito e mai capiranno.