venerdì 20 maggio 2011

Obama ( bin Laden ) e i confini di Israele

Obama Bin Laden, ha perso un’altra occasione per stare zitto.
Da buon cerchiobottista qual è e per farsi perdonare l’uccisione del suo Avatar Bin Laden, adesso vorrebbe fare felici i talebani chiedendo il ripristino dei confini israeliani antecedenti al 1969, in pratica chiedendo l’uccisione di Israele. E qui i conti tornano, per lui.
Din Don Dan Laden però dimentica ,o finge di dimenticare, che (solo a titolo d’esempio), nel 1967, Gerusalemme era divisa a metà proprio come Berlino la città dove Kennedy fece uno dei suoi più grandi discorsi. Altroché questo puparo.
Inoltre il Muro del Pianto si trovava nella zona islamica dove nessun israeliano un domani potrebbe più andare a pregare come fanno i cristiani a Roma , gli islamici alla Mecca e i nostri komunisti di potere , presso le varie procure/moschee, Milano in primis.
In compenso però chiede ad Hamas di garantire la sicurezza di Israele. Come dire se prima i missili partivano da Gaza per raggiungere Sderot , domani i missili, potranno partire direttamente dal balcone del vicino di casa arabo.
Ora mi chiedo se questo funesto presidente degli States ci fa o ci è. O se si sta candidando a fare il presidente del mondo islamico perché ha capito che ha finito di prendere in giro gli americani e l’occidente.
Comunque sia adesso qualche richiesta la vorrei fare anch’io ad Obama; perché allora non restituire l’America ai discendenti di “Geronimo” sales navy permettendo? Visto che ci siamo poi, potremmo anche chiedere al nostro logorroico presidente dei comunisti italiani Napolitano, di fare pressioni presso la UE e l’ONU affinché ripristino i vecchi confini dell’Antica Roma e cosi via via fino a ripristinare e riportare l’orologio indietro di secoli e secoli come vorrebbe riportarci l’islam tanto caro a Obama bin Laden e alla massoneria Rosso-Verde.

giovedì 19 maggio 2011

Crisi Pdl

Dopo un anno riprendo a scrivere sul blog un po' per nostalgia e un po' per fuggire dalla gabbia di Facebook.

In questi giorni osservo con distacco la crisi del Pdl che diciamocelo chiaramente se lo è cercata. Lasciando da parte i commenti dei soliti voltaggabana pronti ad osannare Berlusconi se vinceva al primo turno o condannarlo se la Moratti come era prevedibile perdeva, vorrei dire "..io lo avevo detto" Vorrei. Ma sinceramente non so a chi. Il problema del Pdl sta proprio qua. Non esiste nel territorio, città come Venezia che non hanno una sede operativa dove far incontrare gli iscritti e simpatizzanti, ascoltare i loro suggerimenti e lamenti è semplicemente pazzesco. Nulla.

Siamo un partito di elettori e basta. Elettori che però adesso si sono stancati di muoversi e considerati solo sotto le elezioni.

Berlusconi a mio parere dovrebbe resettare tutti i vertici, riorganizzare la base e dare vita non ai circoli della Brambilla o della Santanchè o di ragazze Pon Pon adulatrici dello stesso circo mediatico ma, dare vita nel vero senso della parola, Vita, alla base del popolo pidiellino.

Dovrebbe liberare le energie sigillate dai Ras locali e farli diventare i loro controllori e non schiavi passivi.

Dovrebbe mettere in campo ma,con ruoli attivi i vari Martino e Capezzone e lasciar perdere l'elemosina della Lega Nord. E' inammissibile che i suoi Pretoriani incapaci di raccogliere consenso,debbano svendersi ai capetti della Lega,o di pseudo salotti cattosocialisti,rinunciando alle storiche battaglie liberali che avevano fatto grande F.I. Battaglie ed ideali date ormai in appalto (in pasto)a chi liberale non lo è. Questo a casa mia si chiama Karakiri.