Se un liberale dovesse guardare la struttura piramidale del PDL non avrebbe dubbi a sussultare e dire : “..questa non è la mia casa”.
Il PDL con la nomina di Alfano piuttosto che di un Liberale non può e non deve tradirci come fece con lo spirito del 94.
Dopo l’ultima batosta elettorale ci aspettavamo qualcosa di più incisivo nell’organizzazione di questo partito quasi sempre virtuale quando si tratta di votare e movimento politico astratto quando invece si tratta di governare.
Ebbene , il fatto che oggi dal cilindro sia uscito Alfano, indubbiamente personaggio brillante e perbene ma pur sempre un ex democristiano ci lascia perplessi: un ex democristiano che dalla stanza dei bottoni controllerà l’operato dei tre coordinatori nazionali del PDL, un ex comunista ( Bondi ), un ex fascista ( La Russa ) ed un ex repubblicano ( Verdini ) ci sembra davvero troppo , troppo cattosocialsita, visto che poi tutti e tre magari si sforzeranno di parlare in nome del liberalismo, come indegnamente fa Fini e D’Alema. Pazzesco. Che sia giunto il momento di archiviare il PDL?
Lo abbiamo già fatto con il PLI , non ci siamo cascati con il FLI e peggio ancora non lo abbiamo mai fatto con i “padrini” di tutti e due (Pli-Fli), ovvero Bersani, Vendola e Di Pietro ; e soprattutto non lo faremmo mai. Mai . Perché un liberale che si rispetti la schiena la tiene sempre dritta . Però a tutto c’è un limite e questo è il momento di iniziare a guardare oltre. E’ il momento di iniziare a camminare da soli e forse per sempre.