mercoledì 17 giugno 2009

Per un nuovo Rinascimento a Venezia mandiamo a casa la banda Bassotti della sinistra.


Parafrasando un vecchio appello di un mio amico Liberale,a Venezia tantissimi di noi dicono basta nel loro cuore, nei discorsi con gli amici, nei salotti o al bar ma pochissimi poi decidono di impegnarsi ad invertire la rotta solo perché non hanno più un faro: guardano a destra e a sinistra e vedono uno stesso, desolante, magma grigiastro (PD,UDC,IDV...).Passano gli anni, si ripetono scandali e ruberie ma l’autoreferenziata classe dirigente del Comune e della Provincia di Venezia purtroppo è sempre lì (spero ancora per poco).Gli italiani perbene, che per fortuna sono ancora tanti, e che se ne stavano rintanati, spaventati, forse disillusi di poter incidere in qualche modo sul declino di Venezia e della sua Provincia,il prossimo 21 giugno potrebbero però finalmente mandare a casa tutti quei cialtroni che hanno impoverito e saccheggiato quella che era la città più bella del mondo dove va avanti solo l’amico dell’amico,il furbo che non paga mai di tasca sua,che non fa le file e vive di privilegi e sovvenzioni alla faccia del popolino che invece vede sperperare i suoi soldi in cambio del nulla lasciandolo vivere in mezzo all’insicurezza sociale ed economica.Non ho dubbi che Il primo segnale forte debba quindi partire anche dalle cose che in questo momento ci sono più vicine come l’elezione del futuro Presidente della Provincia di Venezia,visto che questa volta il Faro che fino ad ora non c’era, la maggioranza silenziosa lo ha individuato nell’onestà,laboriosità e serietà della Lega Nord e dintorni.Per questo il mio invito da Liberale e cattolico e ingranaggio della maggioranza silenziosa è quello di andare tutti, il prossimo 21/22 giugno ,a votare Francesca Zaccariotto e non solo;invitiamo a farlo fare anche ad amici e parenti, casa per casa,via mail a tutti i nostri contatti,su Facebook e nei nostri Blog e Siti.Questa volta sono sicuro che con Francesca Zaccariotto nostro futuro Presidente della Provincia di Venezia,( non fosse altro per la sua onestà intellettuale,formazione politica e non ultimo perché Donna... ),possiamo davvero uscire dal magma desolante nel quale ci ha affogati la sinistra e immaginare finalmente un nuovo Rinascimento!!

Claudio Saragozza
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sabato 23 maggio 2009

Lascio Magdi Allam, perchè non mi fido dell'UDC...


Rispondo su FB a tutti gli amici che in questi giorni mi hanno inviato mail e fatto telefonate per capire il motivo delle mie dimissioni dal partito di Magdi Allam. Un partito che rappresentavo qui nel Veneto in qualità di Referente Regionale. Io un liberale cristiano che prima pianta tutto per seguire Magdi Allam e poi si disillude. .Per chi mi conosce sa che la mia adesione al Partito di M.C.Allam non nasce per caso,infatti da diversi anni mi impegnavo e mi impegno a viso aperto su due fronti:• Contro l’islamizzazione dell’Europa ( una realtà della quale molte persone sottovalutano la pericolosità e la portata storica),e che io considero una emergenza ed una battaglia liberale allo stesso livello se non maggiore,di quella che i padri nobili del liberalismo combatterono contro il Potere Temporale. Una battaglia dove a rischio c’era e c’è tuttora la nostra libertà. Il dramma Olandese è solo un antipasto.• Contro il politicamente corretto e la cultura socialista dei nostri burocrati europei che emanano il 70% delle leggi che poi la nostra italietta ratifica a danno della meritocrazia ma soprattutto della libertà del singolo cittadino.Questo impegno ,seppur con qualche riserva,mi ha portato ad accettare l’invito di Magdi Allam a candidarmi nelle liste del PPEC alle europee e a rappresentare ( ma sarebbe più corretto dire a costruire), il PPEC nel Veneto.L’entusiasmo era alle stelle e gli amici che condividevano questo percorso lo erano altrettanto. Fino a che per motivi di “impossibilità materiale “a raccogliere le 150.000 firme necessarie per la nostra partecipazione alle europee ha spinto il nostro Presidente a sottoscrivere un accordo con l’ambiguo Casini spuntato all’improvviso come dal cilindro di Henry Potter.Ricordo anche di avere partecipato a Roma assieme ad una decina di coordinatori regionali ad un incontro con Magdi dove ci chiedeva consiglio sul da farsi, o meglio a noi sembrava cosi. Poveri ingenui.Eravamo (e molti iscritti lo sono ancora) ,a parte gli ambiziosi e adulatori di professione,tutti contrari a questo funesto apparentamento e tutti manifestammo repulsione alla sola idea di condividere il nostro percorso con una dirigenza che consideravamo macchiata dalla storia e in alcuni casi anche dalla giustizia. Conclusione,l’accordo si fece e lo si fece forse per puro calcolo personale e cosi Magdi purtroppo a mio parere cadde nelle braccia mortali dell’ambiguo Casini e viceversa,lo stesso uomo che poi,tanto per fare un esempio lo ha voluto affiancare dal velino principino Emanuele Filiberto,che solo pochi mesi fa tentò invano di “sottrarre” dalle tasche dei cittadini italiani un maxi risarcimento che non gli riuscì. Tutto questo in nome della casa comune dei cristiani. Ma cristiani di cosa?Ovviamente le ripercussioni non sono tardate ad arrivare; iniziò a dimettersi da subito il responsabile della campagna elettorale nonché referente regionale della Lombardia e del Nord-Est del PPEC e subito dopo quelle del responsabile politico e referente regionale del Piemonte con alcuni coordinatori al loro seguito. Tutte persone di altissimo spessore morale e tecnico dei quali conservo un ottimo ricordo.Speravo che questo scossone fosse servito a qualcosa e non solo alle minacce più o meno velate che alcuni subirono. Speravo che il PPEC venisse messo in condizione di crescere indipendentemente dall’udc e non “come pare” sembrare destinato a confluire all’interno della peggiore formazione politica catto-comunista che abbiamo in Italia.Tutti continuavamo a sperare e a turarci il naso ogni volta che leggevamo il nome dell’udc e della sua dirigenza,anche io. Fino a quando l’ultima sparata di Casini in stile Tettamanziano sui clandestini irregolari in contrasto con le mie/nostre battaglie liberali in difesa della nostra cultura e tradizione giudaico cristiana raggiunse l’apice della sopportazione.Per questo ho rassegnato le mie dimissioni da ogni incarico con restituzione immediata della tessera non condividendone la deriva o la sua naturale collocazione islamo-comunista dell’UDC. Di questa ricca e opulenta UDC che spende milioni e milioni di euro in manifesti e spot pubblicitari. Milioni che gli piovono dal cielo ,come la Manna(?). Io con questa gente non ho nulla a che spartire anche se ho tantissimi amici della base UDC che condividono il mio pensiero e che io rispetto per la loro serietà e anche per la loro cristiana ingenuità.Molti amici e coordinatori del Nord Est hanno seguito il mio esempio ed hanno rassegnato le loro dimissioni,mentre qualcun altro aspettava solo di prendere il mio posto che cedo volentieri,e pochi altri aspettano invece di raccogliere qualche briciola o titolo che il Messia nella sua magnanimità potrà loro concedere in caso di vittoria.Io come gli amici che mi hanno preceduto e seguito,abbiamo preferito dimetterci adesso solo per onestà intellettuale e perché non cerchiamo briciole o carezze politiche. Vivo del mio lavoro che mi regala molte soddisfazioni e la politica la intendo solo come una mission civica.Dicevo dimissioni. Dimissioni quindi dal PPEC/UDC e non dalla nostra battaglia. Una scelta ,ripeto,intellettualmente onesta perché sicuramente non avendo aspettato il carro del vincitore come stanno facendo altri..per decidere se salire o scappare,io e molti ex iscritti del PPEC abbiamo deciso di continuare a fare politica attiva nel nostro Nord Est e Nord Ovest attraverso un Movimento culturale che abbiamo appena costituito e che è aperto a tutti soprattutto a chi non è avvezzo a svendere la propria libertà per quattro lenticchie. La dignità prima di ogni altra cosa.


sabato 9 maggio 2009

Venezia-Mestre ;il giorno del decoro?


Giornali locali ci fanno sapere che oggi l’indecorosa Amministrazione del Comune di Venezia ha dedicato questa bellissima giornata a simbolo del Decoro della città di Venezia e Mestre. Gran bella cosa..ma certo ci vuole proprio il loro bel coraggio.L’assessore al decoro,proprio cosi,al decoro,tal Salvadori dicono si sia fatto una passeggiata per le vie di Mestre per verificare il degrado della città assieme ad una banda di Vigili Urbani ,i quali poverini a fatica riuscivano a seguirlo,forse perché abituati e programmati come rapaci a nome della Giunta,nel raccogliere e far cassa all'interno dei loro uffici,con autovelox , T-Red , righe blu e porcate varie dentro le tasche dei cittadini vittime. Insomma gente che fa tutt’altro mestiere anziché quello di camminare,prevenire e controllare la qualità della vita e dell’ambiente che ci circonda.Cosa ha rilevato questo invisibile Assessore che si anima solo in prossimità di qualche elezione?Quello che tutti i cittadini mestrini vedono durante l’anno ;criminalità etnica fuori controllo con vie e quartieri off-limits,giardini pubblici trasformati in ricoveri per alcolizzati e spacciatori,prostituzione in aumento, sicurezza ridotta al limite del vivibile . Insomma quello che non ha mai voluto vedere la giunta di Cacciari.Non per incapacità(anche quella),ma poverini forse perché troppo impegnati nella volontà di costruire le villette ai Nomadi o sperperare denaro pubblico in imprese faraoniche e fallimentari come i 180 milioni di euro per il Tram o i 18 milioni di euro per il Ponte di Calatrava ,l’ospedale dell’Angelo e via dicendo,… anziché pensare pensare a cose più serie su come abbattere le barriere architettoniche di Venezia,costruire case,asili nido,incentivare l’imprenditoria artigianale. rendere la città più sicura e tante altre cose. E pensare che basterebbero quasi solo i soldi che il Comune ricava dal Casinò per risolvere e rendere migliore la qualità di vita dei veneziani.Conclusione ? Amadori o Salvadori come diamine si chiama ,per tutta risposta ai problemi della cittadinanza,ha invitato i cittadini mestrini a collaborare con la Giunta, dando una risposta forte: arricchendo i propri balconi di casa con fiori di vari colori . Questo in sostanza dovrebbe risolvere il degrado di Mestre . Parola di Amadori/Salvadori

lunedì 13 aprile 2009

L'ONU l'esercito dell'islamicamente corretto




La notizia è così grave da essere stata olimpicamente ignorata da tutti i media, troppo indaffarati a inseguire i gossip del G20: paradossi dell’informazione, specie considerando come tale notizia riguardasse proprio la futura vita dell’Occidente. Giovedì 2 aprile, a Ginevra, il Consiglio dei diritti dell’uomo dell’Onu ha approvato una risoluzione Sulla diffamazione delle religioni. Il testo è apparentemente meritorio, dichiarando una «profonda preoccupazione per la frequente ed errata associazione tra islam, terrorismo e violazioni dei diritti umani, e rammarico per le leggi e le misure che specificatamente mirano a controllare le minoranze musulmane». Presentato dal Pakistan a nome dei paesi dell’Organizzazione della conferenza islamica, e dal Venezuela, il testo è stato approvato con ventitre voti a favore (paesi islamici e i non allineati), undici contrari (Unione Europea, Canada, Cile) e tredici astensioni (tra cui India): peccato, però, che i paesi proponenti e favorevoli siano gli stessi che hanno rapporti di grave ambiguità e connivenza proprio col terrorismo islamista.
Al di là del dilagante islamically correct di cui le Nazioni Unite – e non solo – da tempo sono succubi, questo nuovo atto ufficiale s’inserisce a pieno titolo nel progetto di controllo dell’Onu da parte dei paesi islamici che mirano a controllarne l’agenda in base ai propri interessi. Il testo, secondo i redattori, avrebbe l’obiettivo di «combattere la diffamazione delle religioni», osservando «con profonda preoccupazione i casi d’intolleranza e discriminazione e gli atti di violenza contro i seguaci di alcune fedi che si verificano in molte regioni del mondo e che si sommano all’immagine negativa di alcune religioni nei media e all’introduzione e applicazione di leggi e misure amministrative che discriminano e prendono di mira alcune etnie e contesti religiosi, in particolare le minoranze musulmane dopo gli eventi dell’11 settembre 2001». Il testo deplora il ricorso ai media, a internet e a ogni altro mezzo per incitare ad atti di violenza, xenofobia, intolleranza e discriminazione contro ogni religione, così come la presa di mira di simboli religiosi e di personaggi venerati, chiedendo agli Stati di fornire una protezione adeguata contro gli atti di odio derivanti dalla diffamazione delle religioni.
Leggendo invece fra le righe e negli scopi concreti della risoluzione si scopre come questa faccia parte del sempre più pressante tentativo del jihad d’imbrigliare con tutti i mezzi possibili la stampa internazionale e di monopolizzare la cultura occidentale dentro i parametri dell’islamizzazione. Esiste un piano internazionale, diretto da una minoranza la quale però soggioga la maggioranza, in cui viene perseguita sistematicamente e spietatamente la volontà di debellare la struttura sociale occidentale per sostituirla con quella islamica. Ecco che allora un’apparente risoluzione dell’Onu in difesa delle religioni, in realtà, serve proprio a combattere i culti diversi dall’islam, che attualmente è la religione meno tollerante del pianeta. Le prove sono sotto gli occhi di tutti e aumentano ogni giorno.
A fronte del jihad armato – quello che fa saltare in aria le persone e destabilizza il mondo intero –, ve ne sono altri più raffinati e intenti ad accrescere il potere delle lobby musulmane nel pianeta. Il loro obiettivo, nell’accezione massima, è la creazione di un califfato teocratico transnazionale retto dalle leggi coraniche; nelle accezioni più verosimili, comporta l’istituzione in Europa e in Occidente di normative statali in base a cui i milioni di musulmani ivi residenti siano soggetti non alle leggi degli Stati di diritto, bensì alla sharia, rinnegando così tutte le conquiste civili e sociali compiute in questi secoli, dove i diritti umani, politici, d’espressione, d’opinione e di credo religioso verrebbero aboliti in ossequio all’islam.
Ma oggi siamo in presenza anche di un ben noto jihad finanziario, ossia un’espansione della finanza islamica in cui si richiede l’adesione ai principi della legge coranica da parte dei finanziati, specializzata nel rastrellamento di denaro tramite organizzazioni sedicenti caritatevoli e al suo riciclaggio e incanalamento verso attività terroristiche. E quindi, legata alle precedenti, vi è il legal jihad, detta jihad by court, cioè la sistematica opera d’intimidazione compiuta dalle comunità islamiche verso giornalisti, politici, editori, opinionisti i quali osassero stigmatizzarne i pericoli: i metodi sono quelli della continua denuncia in tribunale coi più falsi e vacui pretesti; se anche le cause venissero perse, i giornalisti e le testate una volta denunciate eviteranno di parlarne la volta successiva.
In questo contesto, l’Onu ancora una volta si presenta totalmente inchinato ai voleri dei paesi islamici, e non c’è da stupirsene: è lo stesso Onu che non alza mai la voce per denunciare il numero colossale di massacri, omicidi, lapidazioni, violenza sulle donne e violazioni dei diritti umani compiuti ogni giorno proprio in quei medesimi paesi; lo stesso Onu che permette che da questi paesi vengano continuamente emanate fatwe di condanna a morte contro scrittori, giornalisti, artisti, attori, comici ecc.; sempre pronto a denunciare fantomatici crimini israeliani, salvo poi doversene scusare ammettendo la falsità delle proprie accuse; lo stesso Onu incline a proteggere organizzazioni palestinesi che in verità celano bande armate criminali; quell’Onu che non equipara la Stella di David Rossa (Maghen David Adom) alla Croce Rossa e alla Mezzaluna Rossa escludendola dalla possibilità d’essere membro della Croce Rossa Internazionale; quell’Onu che permette ai suoi mezzi in Palestina d’essere tranquillamente usati da Hamas per trasportare armi e che si fa rubare gli aiuti internazionali dai contrabbandieri. Ma soprattutto si tratta dello stesso Onu che in vista della prossima Conferenza sul Razzismo di Ginevra (Durban II) redige una bozza di documento finale aggressivo contro Israele e improntato all’antisemitismo, trasformando la conferenza in un attacco all’Occidente come già accaduto con Durban I, tanto da far saltare la partecipazione di Usa, Canada, UE se il testo non verrà modificato.
Per gli osservatori ormai il rischio è duplice: da un lato sottovalutare un pericolo di dimensioni storiche e lasciare che il mondo ne venga travolto, dall’altro essere tacciati di xenofobia, d’allarmismo, d’intolleranza, d’istigazione all’odio e chissà che altro. Eppure i segnali provenienti da ogni nazione appaiono talmente inequivocabili da far risultare sconcertante la cecità di chi volesse negarli, e questa risoluzione Onu ne è solo un ultimo esempio.

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lunedì 16 marzo 2009

Io Mohamed,l'egiziano-italiano che stanotte sarà di ronda con altri stranieri..


Mohamed Ahmed è un mio carissimo amico ,da sempre impegnato nel sociale presso la comunità straniera di Padova. Questo lo ha portato più volte a dei scontri con la delinquenza etnica che in sfregio alla legge, ha contribuito a rendere invivibile la città di Padova. Per la sua onestà intellettuale Mohamed ha più volte subito degli attacchi personali da questi delinquenti che oltre ad incendiargli la macchina lo hanno anche minacciato di morte.Ricevo quindi da lui una sua lettera aperta riportata e pubblicata dal Mattino di Padova che volentieri giro a tutti voi.


Sono a Padova,dove vivo e lavoro,da molti anni. Ho deciso di organizzare le ronde serali assieme a un gruppo di cittadini di origine straniera.
E questo perché ho un forte senso del dovere e un sentimento di rispetto e di riconoscenza nei confronti del paese che mi ospita. Qui mi sento un patriota e ho tanta voglia di libertà, quella stessa libertà che mi è stata sempre negata nel mio paese di origine,l’Egitto. Non trovo nulla di stravagante per un cittadino proveniente da un’altra cultura nell’amare il Paese che lo ospita. Soprattutto non trovo nulla di strano a sentirmi italiano. Scendo quindi in strada perché anch’io chiedo più sicurezza. Voglio contribuire al dibattito in corso e mandare un messaggio agli immigrati,voglio dir loro che devono prendere le distanze dai loro concittadini che danneggiano l’immagine di tutti gli stranieri in Italia.
L’incontro fra popoli e le culture è una grande ricchezza. Io credo in una società multietnica senza pregiudizi né di razza né di colore,mi piacerebbe poter vivere la mia libertà senza disturbare quella degli altri,mi piacerebbe avere gli stessi diritti e la stessa tutela identitaria degli italiani. Vorrei , insomma , che gli immigrati potessero contare sui diritti degli italiani e che praticassero gli stessi doveri.
Allo Stato chiedo di essere inflessibile con chi viola le regole. La sicurezza è minacciata da costoro,dai delinquenti che non sono bianchi o gialli o neri. Io scendo in strada per manifestare questa elementare convinzione nella speranza che siano in molti a farlo.
Bisogna applicare le leggi , dare certezza alla pena. Tolleranza zero sia per lo straniero che per l’italiano.
Mohamed Ahmed
Conduttore televisivo de LA8 di Padova
http://www.facebook.com/profile.php?id=1333962386#/profile.php?id=1219790777&ref=ts

domenica 8 marzo 2009

Le nomine di Obama


Obama mette a capo del National Intelligence Council, che fornisce al governo importanti rapporti di intelligence, un filo-saudita, partner in affari con la famiglia bin Laden e presidente di un ente, il Middle East Policy Council, che fra le altre cose ha pubblicato un libro che attribuisce la scoperta dell'America .... ai musulmani.


Obama Intel Appointment Angers Israel Supporters President Barack Obama's administration has sparked controversy with its choice for chairman of the National Intelligence Council — a former ambassador to Saudi Arabia who has staunchly supported anti-Israel views. In his new post, Charles W. Freeman — who was ambassador from 1989 to 1992 and served during Operation Desert Storm — will be responsible for overseeing the production of National Intelligence Estimates and other intelligence data. The Power Line blog observed that “Saudi shill” Freeman’s “loyalty to Saudi Arabia and his outside-the-mainstream views on the Middle East make him a strange choice for the post, to say the least.” For the past 12 years, Freeman has been president of the Middle East Policy Council (MEPC), which has received funding from Saudi Arabia and lobbies on behalf of the Arab world. Views expressed in the organization’s journal, "Middle East Policy," argue that the invasion of Iraq was launched to aid Israel, saying that “the war was an excuse to enlarge the U.S. strategic ‘footprint’ on top of the lakes of oil in the Gulf region and make life easier for Israel, starting with the easiest problem case, Iraq.” The MEPC published what it called an “unabridged” version of “The Israel Lobby and U.S. Foreign Policy” by professors John Mearsheimer and Stephen Walt. That controversial 2006 essay asserted that American Jews have a “stranglehold” on the U.S. Congress which they exploit to tilt America toward Israel at the expense of broader national interests. In a 2007 address, Freeman stated that “Israel no longer even pretends to seek peace with the Palestinians” and decried “the brutal oppression of the Palestinians by an Israeli occupation,” The Wall Street Journal reported. The MEPC’s political action group publishes a book that teaches children that Muslims discovered the New World. It cites two sources that claim Muslims reached the Western Hemisphere in pre-Columbian times and spread throughout the Americas. When explorers reached the New World, according to the sources, they met “Iroquois and Algonquin chiefs with names like Abdul-Rahim and Abdallah Ibn Malik.” Freeman maintained business ties to the bin Laden family and their Saudi Binladen Group construction conglomerate even after the 9/11 attacks. He said in an interview with The Associated Press less than a month after Sept. 11 that he was still “discussing proposals with the Binladen Group — and that won’t change.” Regarding the terrorist attacks, Freeman said at a 2002 conference that Osama bin Laden “almost certainly” perpetrated 9/11, the hijackers “probably” were recruited in Saudi Arabia, and Americans should ponder “what might have caused the attack.” Freeman has also created concern over his views on China, saying in 2006 that the specter of a Chinese threat to the U.S. is nothing more than “a great fundraiser for the hyper-expensive advanced weaponry our military-industrial complex prefers to make.” Freeman also opined that the Chinese government exercised “overly cautious behavior” regarding the 1989 Tiananmen Square protests that led to a massacre of demonstrators. Freeman was on the international advisory board of the China National Offshore Oil Corporation, which is owned by the Chinese government, while it was doing business with Iran, according to the Weekly Standard. In 2006, the Chinese firm reportedly agreed to a multibillion-dollar deal with the state-owned Iranian oil company that may violate U.S. sanctions against the Islamic Republic. Members of the pro-Israeli community have privately criticized Freeman’s appointment, according to The Washington Times. “Freeman is well-known for his hostility toward Israel, but what's more substantively troubling . . . is the obvious inappropriateness of hiring a well-known advocate for the interests of Middle Eastern autocracies to produce national intelligence estimates for the Obama Administration,” Jeffrey Goldberg wrote in The Atlantic. And House Republican Whip Eric Cantor of Virginia said: “Freeman’s past associations and positions on foreign policy are deeply alarming. His statements about the U.S.-Israel relationship raise serious questions about his ability to support the administration’s attempts to bring security, stability, and peace to the Middle East.” Fonte: Newsmax

domenica 8 febbraio 2009

Europa Cristiana


Cari italiani, cari amici,
è con immensa gioia che vi annuncio la nascita del Partito Protagonisti Per l’Europa Cristiana.Al pari della scelta di amare l’Italia e dell’orgoglio di sentirmi cittadino italiano, al pari del dono della fede cristiana e del regalo più bello che la vita potesse riservarmi, ricevere il battesimo dalle mani del Vicario di Cristo, il Papa Benedetto XVI, considero il Partito Protagonisti Per l’Europa Cristiana una scelta personale e un dono del Signore.Sin dall’età di quattro anni, quando grazie a un’opportunità offertami dalla Divina Provvidenza cominciai a frequentare il collegio delle suore comboniane e poi dei salesiani in Egitto, il mio Paese natale, nutrivo una istintiva e profonda passione per la politica. Da subito mi sono sentito pienamente coinvolto nella mia anima e nella mia mente in una dimensione di impegno etico personale e collettivo finalizzato al perseguimento della verità sul piano della conoscenza, del bene comune sul piano dei valori e dell’interesse generale sul piano dell’azione. Erano gli anni Cinquanta e Sessanta della dittatura di Gamal Abdel Nasser, dei nefasti veleni della predicazione della distruzione dello Stato di Israele, che mise in moto un mostro ideologico di odio, violenza e morte che disconoscendo il valore fondante della nostra umanità, il valore della sacralità della vita, si è man mano ritorto contro tutti, contro gli ebrei, contro i cristiani e infine contro gli stessi musulmani.Successivamente, dopo il mio arrivo in Italia nel 1972 per proseguire i miei studi nell’Università La Sapienza di Roma dove mi sono laureato in Sociologia, ho sperimentato la stagione calda della rivolta studentesca e dell’euforia ideologica di un comunismo internazionalista e terzomondista, che cominciò a picconare dall’interno i pilastri della civiltà cristiana dell’Italia e dell’Europa. L’opera di sgretolamento della struttura portante della nostra civiltà europea cristiana è proseguita con la crescita e il dilagare in seno all’insieme della società laica e liberale, persino in seno alla società cattolica e alla stessa Chiesa, di una profonda crisi dei valori e dell’identità.
Cari italiani, cari amici,
nella consapevolezza che la nostra Europa è in preda ad una deriva etica che si alimenta di una concezione materialista e consumista della vita; così come è prigioniera di una malattia ideologica naufragata nel nichilismo, relativismo, islamicamente corretto, buonismo, laicismo, soggettivismo giuridico, autolesionismo, indifferentismo e, sul piano più ampio della gestione sociale, nel multiculturalismo;
verificando giorno dopo giorno che questa Europa è destinata ad un inesorabile suicidio per il predominio a livello globale sul piano economico di un capitalismo selvaggio senza regole etiche e diritti umani che ha paradossalmente il suo paradigma nel regime della Cina comunista; in aggiunta alla crescente sottomissione sul piano dei valori e dell’identità all’arbitrio dell’estremismo islamico che strumentalizzando una concezione formale delle leggi, dei diritti, della democrazia e del dialogo ci costringe a subire la violazione dei principi basilari della civiltà europea cristiana e della nostra comune umanità; chiarendo che noi vogliamo convivere pacificamente e costruttivamente con i musulmani come persone, nel rispetto delle regole che valgono per tutti, ma non vogliamo essere costretti ad accettare l’islam come religione, Maometto come profeta e a legittimare la sharia come legge riconosciuta dal nostro stato di diritto;
il Partito Protagonisti Per l’Europa Cristiana si assume la storica missione di riscattarci sul piano personale e collettivo proclamando uno stato di emergenza etica, che consideri come priorità nazionale italiana e comunitaria europea la riscoperta, l’adesione e la difesa della nostra comune civiltà europea cristiana.
La civiltà europea cristiana è il contesto che rappresenta correttamente la verità storica delle radici giudaico-cristiane di un modello complessivo di civiltà che, recependo e assimilando ciò che di positivo e costruttivo è insito nel pensiero greco, romano, laico e liberale, ha consentito all’Europa di emergere come Nazione civile e prospera, custode dello stato di diritto e della democrazia, nonché promotrice dello sviluppo economico nell’insieme del mondo. L’Europa cristiana è pertanto essenzialmente il contesto di chiarezza e di certezza dei binomi indissolubili di Fede e Ragione, Libertà e Verità, Valori e Regole, che tutelano le persone di buona volontà che oggi sentono forte dentro di sé la necessità di acquisire una concezione etica della vita, per poter ridefinire qualitativamente l’insieme del proprio modello esistenziale e di progresso, indipendentemente dalla propria fede, cultura ed etnia, siano essi credenti o no, cristiani, ebrei, musulmani, buddisti, induisti, europei, orientali, americani o arabi. Proprio perché siamo animati da un autentico amore per il prossimo, chiunque esso sia, oggi più che mai siamo consapevoli che per poter elargire amore dobbiamo innanzitutto amarci, riconciliandoci con noi stessi e riscattando la nostra anima dal baratro della deriva etica.
La missione del Partito Protagonisti Per l’Europa Cristiana è di colmare il baratro tra materialità e spiritualità in un mondo globalizzato soltanto nella dimensione materiale della modernità ma che è in conflitto sui valori e le regole della spiritualità della modernità, realizzando un’Italia, un’Europa ed una Umanità di benessere, giustizia e pace a misura d’uomo, fondati su:- il primato dei diritti fondamentali dell’uomo e dei valori non negoziabili che sostanziano l’essenza della nostra umanità;- la fede nella sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale;- la considerazione della dignità della persona come il fondamento della civile convivenza;- il rispetto della libertà di scelta a partire dalla libertà religiosa;- il perseguimento del bene comune e dell’interesse generale;- l’adesione alla verità che si fonda sui fatti oggettivi, assoluti e universali;- la centralità della famiglia naturale nella costruzione sociale;- il rispetto per l’autorità morale;- il dovere dell’informazione oggettiva e responsabile;- la salvaguardia della democrazia e del diritto sostanziale;- l’indissolubilità di diritti e doveri;- l’inviolabilità delle regole etiche, comuni e condivise;- la garanzia della sicurezza personale e collettiva;- il liberalismo economico e la solidarietà sociale;- la sussidiarietà e la meritocrazia;- la tutela e la valorizzazione dell’ambiente quale patrimonio dell’umanità.
Il Partito Protagonisti Per l’Europa Cristiana è portatore di una riforma etica qualitativa dell’insieme del nostro modello di progresso economico, dell’organizzazione sociale e della stessa concezione della felicità, che mette al centro la dignità della persona, affinché la materialità sia al servizio della persona e non viceversa la persona schiava della materialità, facendo prevalere la dimensione dell’ “essere” anziché quella dell’ “avere”. E’ in questo contesto che il nostro Partito propone delle soluzioni concrete ai problemi reali della gente sul piano economico, sociale e politico, dalla famiglia alla scuola, dalla salute al lavoro, dalla religione alla comunicazione, dalla democrazia alla sicurezza, dall’ambiente all’energia, dal turismo ai trasporti, dall’immigrazione all’integrazione.
Il Partito Protagonisti Per l’Europa Cristiana promuoverà un processo di formazione culturale, etica e politica affinché ciascuno di noi possa diventare Protagonista di Verità e Libertà, il binomio indissolubile che sostanzia il fondamento della civiltà europea; per ergersi a Testimone di Fede e Ragione, il binomio indissolubile che sostanzia il fondamento della civiltà cristiana; ed affermarsi come Costruttore di Valori e Regole, il binomio indissolubile che sostanzia la via del riscatto dalla deriva etica per realizzare la comune civiltà dell’uomo.
Cari italiani, cari amici,- se anche voi sentite forte la necessità di mettere i valori e le regole al centro del percorso personale e collettivo in Italia, in Europa e nel Mondo;- se anche voi volete partecipare in modo consapevole e responsabile a liberare il Tempio della politica, dell’economia, della cultura e della religiosità autentica da tutti i mercanti che ci hanno ridotto alla stregua di “cose” da sfruttare e poi abbandonare;- se anche voi siete consapevoli che l’amore per il prossimo e la pace con le persone di buona volontà, che consideriamo il fulcro della civiltà dell’Europa cristiana, potranno essere realizzati con un dialogo sincero e costruttivo che non sia fine a se stesso, bensì fondato sul rispetto dei diritti umani assoluti e universali e la condivisione dei valori non negoziabili, perseguendo il traguardo del bene comune e dell’interesse generale;- se anche voi ritenete che sia arrivato il tempo di andare oltre la denuncia di tutto ciò che attorno a noi non va, di porre fine alla deresponsabilizzazione che ci porta a delegare ad altri il compito di risolvere da soli i problemi di tutti, di impegnarci a fondo e in prima persona per costruire insieme un’alternativa etica e realistica, ebbene
Aderite al Partito Protagonisti Per l’Europa Cristiana!
Cari italiani, cari amici, Coraggio! Costruiamo insieme la Civiltà di Verità e Libertà, Fede e Ragione,Valori e Regole!Cari italiani, cari amici, Sì, noi siamo i Protagonisti e ce la faremo!
Magdi Cristiano Allam
Fabrica di Roma, 30 novembre 2008


domenica 25 gennaio 2009

Mozione Impègnàti per il PLI



Dopo i tanti commenti ricevuti abbiamo rivisto la nostra mozione.
Le abbiamo dato un titolo: il PLI per l'Italia, riprendendo esplicitamente la nostra battaglia ideale sin dai tempi di Destra Liberale/Liberali per l'Italia.
I principali cambiamenti rispetto alla versione 1 riguardano:
il capitolo "Organizzazione"
il paragrafo "Orgoglio Italiano"
il nome delle Associazioni che hanno deciso di appoggiarla
Oltre che dai singoli iscritti al Partito, la mozione è infatti appoggiata al momento da tre associazioni: Impégnàti, l'UPL e gli Euroliberali. E il numero di chi ci supporta è alto, oltre ogni rosea previsione. Siamo in tanti!
Questo è allora il momento di dialogare per unire e dare finalmente un porto sicuro alla diaspora storica dei liberali italiani. Continuiamo per precisa scelta strategica a non avere, per ora, un nostro candidato alla segreteria, nè altri nomi prestabiliti per le altre cariche. E' ovvio però che -avvicinandosi il congresso- il tema dei nomi si stia facendo più pressante e richieste in questo senso ce ne sono già pervenute.
Sappiamo che al momento ci sono altre due mozioni:
quella di Diaconale-Taradash, che su Facebook stanno facendo una cordata significativa per la segreteria
quella dell’attuale segretario Stefano De Luca, che sta dialogando con l'attuale struttura nazionale del partito e gli altri gruppi liberali
Sia Diaconale/Taradash che Stefano hanno incontri fissati in tutta Italia per definire alleanze e proposte organizzative. Sono alternative fra loro queste due mozioni? Al momento sappiamo che sono alternative, ma in politica la parola “fine” non esiste, essendo la politica l’arte dell’impossibile.
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In politica i nudi e puri (li chiamano “ingenui”) sono destinati alla sconfitta se non al ridicolo. In politica contano le masse, i bus pieni di votanti in gita premio, i capi-bastone, i soldi spesi per le pubblicità televisive e sugli altri media. Gli ideali in politica scompaiono... indifferentemente dalla loro forza o dalla loro purezza. Ecco perchè gli italiani che noi chiamiamo “perbene” se ne stanno lontani dalla scena.
Questi invece sono proprio gli italiani cui vogliamo dar voce con la nostra mozione. Sappiamo di essere indipendenti sino al midollo, di non dover dire grazie a nessuno, di non essere ricattabili da nessuno. I nostri soldi e i nostri stipendi ce li portiamo a casa lavorando in aziende private. Questa è la nostra forza.
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Un partito che però esca dilaniato da un Congresso non conviene a nessuno, nemmeno a chi vince... sarebbe una riedizione di Pirro.
Idealmente il PLI del 23 Febbraio 2009 deve inglobare tutti, deve usufruire delle risorse di ciascuno e deve iniziare un lungo cammino di ricostruzione ideale ed organizzativa. Siamo tutti chiamati a rimboccarci le maniche. Dal 23 Febbraio, vincenti e perdenti, devono iniziare a lavorare assieme per far forte il PLI in ogni regione, in ogni città italiana.
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E' con questo spirito che incontreremo Diaconale/Taradash. Che parleremo come abbiamo sempre fatto con Stefano De Luca e con tutti i segretari regionali del PLI, ponendo come imprescindibili le condizioni base del nostro impegno ideale: dar voce a quella parte di società che lavora e produce, per lottare tutti assieme contro la politica divenuta ormai industria, clientelismo, sperpero di denaro pubblico e per garantire che lo Stato Italiano sia, in futuro, diretto e gestito solo da politici ed amministratori preparati, accuratamente selezionati e con compensi economici allineati (e non stratosfericamente superiori) a quelli europei.
E con questo spirito non potremo che vincere.
Vi terremo informati sui prossimi sviluppi e sulle ns. decisioni.
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Se vuoi leggere la mozione 2.0 scaricala al link --->> e per firmarla scrivi una mail direttamente al nostro direttore: mario.caputi@impegnati.it