lunedì 8 marzo 2010

Ora tocca a noi

Da www.impegnati.it


Ora tocca a noi
Scritto da Mario Caputi

Innanzitutto una cosa. Noi siamo ipergarantisti: nessun intercettato, indiziato, accusato può essere ritenuto colpevole senza essere stato prima giudicato da un tribunale e condannato secondo leggi e gradi di giudizio.

Detto questo, ripetendo quanto andiamo dicendo da anni a questa parte, questa Italia non ci piace. La nostra gente non ci piace. La furbizia non ci piace. L’illegalità non ci piace. L’ipocrisia non ci piace.



Viviamo in un’emergenza economica, politica, burocratica. E secondo noi la “colpa” è della madre di tutte le emergenze: quella morale.

A Milano (come in tante altre nostre città) c’è una best practice logistica. Agli angoli di tutte le strade, lungo i marciapedi più frequentati, nelle stazioni di tutti i metrò:





1. I venditori ambulanti, extra-comunitari. Se piove vendono ombrelli. Se fa freddo vendono sciarpe e guanti. Se c’è sole vendono ventilatori made in China, o calze sportive, o cinte a tre euro. Dalle otto di mattina alle sette di sera. Senza emettere fatture. Senza alcuna licenza. Senza pagare le tasse.



2. I mendicanti (quasi tutti extra-comunitari): senza gambe, con i piedi storti, senza mani, sudici e puzzolenti. Sostano sempre sugli stessi marciapiedi, nelle piazze, davanti ai negozi di moda. Viaggiano nei metrò e nei bus. Qualcuno ha pagato loro i voli per arrivare da noi. E paga loro i voli (o autobus stravecchi) per riportarli da dove vengono.


E’ un sottomondo che incassa i nostri soldi. Organizzato dall’alto, da qualche genio logistico con appoggi in alto, che sfrutta e guadagna impunito. Lo sanno tutti. I cittadini chiudono un occhio. Polizia e Guardia di Finanza li chiudono entrambi. Controllori e bigliettai, anche. I politici, sì i politici, litigano su altri temi.

E poi c’è la “creme de la creme”: i vip. Dal turbillon di Bertolaso (e della Protezione civile) a Fastweb e al dio scaglia (il minuscolo è d’obbligo). Da Di Girolamo e De Gregorio a Marrazzo e Bassolino. Da Corona / D’Addario a cubiste e transessuali. Di questa “crema” ne parlano tutti i giornali. Da “Chi” al “Sole”. E tutte le TV. Da Porta a Porta alla premiata ditta santoro/travaglio (anche qui il minuscolo non nuoce). Ma, appunto, se ne parla soltanto. E qualche intellettuale con il cervello all’ammasso, o qualche pasionaria senza famiglia, a giustificare, chiedere indulgenza, sottovalutare.

Viviamo immersi in uno schifo impunito e celebrato. Che fornisce esempi sbagliati a giovani senza futuro. Ora anche la chiesa e i vescovi insorgono. Chiedono una nuova classe dirigente ed una nuova morale.

L’Italia del XXI secolo è forse la peggiore Italia dacchè questa penisola fu scoperta da Enea e abitata da etruschi e greci. Un guazzabuglio di schifo. Da noi denunciato dacchè esistiamo.

Assieme alla nostra denuncia abbiamo invitato l’Italia ancora perbene ad alzare la voce e a fare qualcosa contro questa melma sudicia. “Impégnati” andiamo dicendo. Noi che siamo “impegnàti”. Ci ascoltano in pochi, anche dentro il partito che ha fatto l’Italia e che dovrebbe rifarla (il PLI). Ci mettono ai margini. Ci vogliono lontani perchè sanno che abbiamo ragione. Ci accusano di voler rifare l’Italia. Ci accusano di essere duri ed intransigenti.

Continuate pure così. Non ci intimidirete. Sappiamo di essere nel giusto. Sappiamo che tocca a noi, solo a quelli come noi, di continuare a parlare per mostrare una luce, un faro, una direzione diversa. Una luce piccola, senza soldi, cui vogliono staccare la corrente.

Ma la luce è accesa. C’è. Ci siamo, ci saremo e continueremo a farci sentire. Nel nostro piccolo e con i nostri mezzi. Lo dobbiamo a noi stessi, ai nostri caduti in guerra, alla nostra storia ma –soprattutto- ai nostri figli.

Voi siete lo schifo, la cacca, la merda. Non ci fermerete mai.

Innanzitutto una cosa. Noi siamo ipergarantisti: nessun intercettato, indiziato, accusato può essere ritenuto colpevole senza essere stato prima giudicato da un tribunale e condannato secondo leggi e gradi di giudizio.

Detto questo, ripetendo quanto andiamo dicendo da anni a questa parte, questa Italia non ci piace. La nostra gente non ci piace. La furbizia non ci piace. L’illegalità non ci piace. L’ipocrisia non ci piace.