mercoledì 23 aprile 2008

Padova e Venezia

Gli ultimi dati statistici arrivati dal Viminale, su Venezia (Mestre), non sono certo confortanti; nell’ultimo anno i furti negli appartamenti, nelle strade e le violenze in genere sono aumentate del 50 % circa. Dati a mio parere in difetto visto che molti cittadini ormai sfiduciati dalle istituzioni non fanno più nemmeno le denuncie.
Inoltre per la prima volta a Venezia le sue meravigliose calli sono state invase non solo dalla criminalità etnica ma anche da quella della prostituzione:tutto questo sotto lo sguardo distratto di un’amministrazione comunale di sinistra che probabilmente ha come obiettivo quello di ridurre Venezia al livello di un’altra città Veneta degradata e vilipesa come Padova. A differenza delle città Venete amministrate dalla Lega.

Dico questo perché ieri sera ho avuto il piacere di essere stato invitato a Padova ad una riunione gestita da esimi rappresentanti del PdL a cominciare da insegnanti e professori dell’università della città che si domandavano e analizzavano i motivi della sconfitta elettorale del PdL Veneto a beneficio della Lega. La mia risposta è stata per l’appunto quella di cui sopra: la gente non ne può più di vivere nel degrado come i Padovani e fino a quando questo messaggio non verrà recepito dall’attuale classe dirigente la Lega continuerà a raccogliere i suoi giusti frutti: cioè i voti della maggioranza silenziosa.
Mi sono permesso inoltre di parlare anche della totale mancanza di attenzione da parte del PdL Veneto verso i movimenti dei Liberali,catturati invece dall’intelligenza politica della Lega che spera attraverso il loro ingresso di nobilitare il loro partito; una mossa politica che invece per arroganza e presunzione è mancata al Pdl allontanando di fatto quel bacino elettorale dei liberali che all’epoca fece grande Forza Italia. Non dimentichiamoci che il programma di FI fu scritto da due Liberali.

La grande verità “nascosta” emersa quindi da queste elezioni è da ricercare anche qui:lo spostamento della maggioranza silenziosa cosiddetta Liberale verso la Lega Nord e verso l’astensionismo.