venerdì 23 maggio 2008

Invito ai Liberali del Veneto

L’accelerazione che i due maggiori partiti italiani hanno impresso nel panorama politico, ossia l’inevitabile scelta ( nel nostro caso ), di cosa voglia fare il mondo liberale da grande, a noi nel Veneto non ci trova spiazzati.

Da più di un anno infatti noi del Think Tank Impegnati. It www.impegnati.it assieme alle più rappresentative anime liberali venete avevamo iniziato a lavorare a questo progetto coscienti e consapevoli di non essere rappresentati dal Jurassico PLI di De Luca sempre più spostato a sinistra e a volte rasentando anche subdole forme di riverenza verso i radicali e verso i socialisti.

La nostra collocazione di Liberaliebasta da veri liberali è ovviamente orientata verso la casa del centro destra e non in quella di sinistra,altrimenti ci saremmo iscritti al PR.

Stiamo quindi raccogliendo le vostre opinioni e i vostri suggerimenti su come e cosa fare per non disperdere il patrimonio storico dei liberali.

Per questo vi invitiamo a scriverci a questo link http://claudiosaragozza.site88.net per avere i vostri suggerimenti e non correre il rischio di commettere errori in buona fede.
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Grazie ancora e questa volta speriamo di non allontanarci più come spesso accade tra i liberali.

Claudio Saragozza

http://claudiosaragozza.site88.net

martedì 20 maggio 2008

Il Pinocchio di Eugenio Scalfari


L’intervista di Fazio ad Eugenio Scalari che domenica sera ho passivamente subito ha dell’incredibile: due venditori di fumo che starnazzano falsità con l’appoggio della Radical Chic, Littizzeto.

La scena:
Sembrava una cerimonia da parrocchietta dove il fraticello Eugenio dall’alto della sua supponenza cercava di spiegare il senso del suo ultimo libro;un esercizio direi anche un po’ patetico visto che Scalfari ha cercato oltretutto di passare anche per un raffinato e colto filosofo. In questo periodo,il fraticello Eugenio sembra infatti che abbia deciso di recitare questo ruolo,purtroppo…
Ma noi lo conosciamo bene questo fine attore e venditore di fumo. Lui si, in questo è un vero campione,quasi quanto Berlusconi.

Avrei voluto chiedere a questa “maschera” del giornalismo, che negli anni ottanta leggevo anche io,purtroppo,come mai sua figlia lavori nell’azienda di Berlusconi e non in quella del suo “padrone” De Benedetti,editore dell’Espresso e di Repubblica.

Avrei voluto chiedergli come mai dagli anni settanta in poi abbia vissuto in simbiosi con il CAF dopo l’arrivo di CDB nel quotidiano “partito” La Repubblica e con la Fiat prima che ciò accadesse.

Avrei voluto chiedergli anche come mai si considera l’uomo che non credeva in Dio e perchè lo stia facendo solamente adesso? Forse, perché nella sua carriera era troppo impegnato a credere nel Potere per occuparsi di Dio?


Piuttosto , per chi non l’avesse ancora fatto,consiglio invece di comprare un libro vero,serio e scomodo(ovviamente scomodo solo a gente come Fazio,Scalfari, Littizzetto…),come quello di Pansa ,che nella sua vita ,poveretto ha anche dovuto subire la sventura di lavorare assieme a questo venditore di parole e di potere come Eugenio Scalfari,

sabato 17 maggio 2008

LEGGE 180


Della legge 194 se ne è già ampiamente parlato durante la recente campagna elettorale,ma della legge 180 sembra proprio che la materia non interessi a nessuno parlarne; eppure è una piaga sociale che condiziona e a volte calpesta la vita di tutte le famiglie che hanno spesso in casa un parente affetto da problemi neurologici. Io nella mia città,conosco alcune di queste famiglie.
Dopo quasi trenta anni dall’applicazione della legge 180 qualcuno inizia però a tirar su qualche somma,altri invece non hanno più la forza di urlare al vento la loro disperazione mai ascoltata,ed altri ancora sono purtroppo finiti con l’ammalarsi dello stesso male del loro parente e spesso morirne a volte anche in forma brutale e violenta.
Non voglio entrare nel merito e nelle bontà della legge ,che come tutte le leggi nascono sempre per aggiustare qualcosa e poi sfasciarne cento altre,quanto alla mancanza di risposte al disagio(malattia),psichico da parte delle obsolete e mai state efficienti strutture pubbliche.
Vorrei sottolineare la mancanza di un serio raccordo tra le strutture per le dipendenze e le strutture psichiatriche,il fallimento dell’ideologia antipsichiatrica ,lo stato di completo abbandono dei malati sulle spalle di famiglie a volte , anzi quasi sempre vittime innocenti di questi malati.
Questa legge voluta dalla sinistra (loro sono specialisti in materia di sentenze da manicomio…), a mio parere ha prodotto più danni di quanto la stessa legge Merlin continua a produrne.
Le famiglie invisibili, la famiglia che non arriva alla terza settimana del mese tanto per intenderci continua silente a pagare rassegnata dentro le proprie mura la violenza dei loro malati di mente,spesso depressi,psicopatici ,schizofrenici …., mentre chi questi problemi non li ha, e continua a disinteressarsi della legge 180 continua invece “serenamente e pacatamente “a scegliere le migliori cliniche psichiatriche per la gioia di qualcuno.

giovedì 15 maggio 2008

Capezzone c'è.


Capezzone è vivo!
E’ vivo e respira. Respira,ma non a casa nostra come sognava qualcuno,ma nei corridoi della sede di Forza Italia.
Pensare che per alcuni rappresentava il nuovo Messia, per altri ancora il nuovo che avanzava;per noi che a pensare male facevamo peccato,a detta degli integralisti,lo avevamo capito più di un anno fa cosa circolava nella mente del giovane e brillante Capezzone. Evidentemente le nostre fonti erano e sono ancora più attendibili.

Per i consiglieri del Board romano del PLI a questo punto, dopo l’ennesima puntata sul cavallo sbagliato,non ultima quella su Rutelli,consigliamo un altro giro della ruota.
Per noi semplici utenti dell’ex glorioso PLI e delusi da questo Board spetta adesso rimboccarci le maniche e lavorare su un progetto democratico di rappresentanza all’interno del PLI appoggiando in maniera decisa una nuova dirigenza Liberale (dall’interno o dall’esterno,in casa o fuori casa),dove far convivere le varie anime liberali senza alcuna Golden Share in mano ai soliti noti.

Questo è il momento di fare veramente qualcosa di nuovo,giovane e fresco. E’ il momento del coraggio di cambiare e di guardare in faccia la realtà;le scorciatoie di piccolo cabotaggio,vedi l’accordo di De Luca con Morelli lasciamole fare ai democristiani ed ai socialisti. Altrimenti del PLI ci resteranno solamente le scelte mancate.

martedì 13 maggio 2008

Le Ronde degli Immigrati a Padova

Il segnale è forte: da venerdì prossimo a Padova la coscienza civile delle migliaia di immigrati residenti a Padova e di ogni etnia, ma legati dallo stesso comune denominatore,ossia la Legalità,ha deciso di scendere nelle loro vie e nelle loro piazze,per presidiarle e dire a voce alta che amano il paese che li ospita, facendolo appunto con delle loro Ronde etniche. Lo fanno perché sanno che l’integrazione presuppone anche dei doveri e non solo i diritti d’illegalità che chiede e quasi sempre ottiene la criminalità etnica. Lo fanno per ricordarci che l’immigrazione, quella sana, è e rimane un valore aggiunto.
Il mio amico Mohammed Ahmed ,sarà alla testa di questa geniale e nobile iniziativa ,come da sempre in prima fila nella lotta alla microcriminalità etnica e per l’integrazione, appunto quella vera e non quella demagogica tanto cara al sindaco di sinistra Zanonato

Per chi conosce Mohamed e conosce il suo impegno politico sempre affianco alla “Libertà d’espressione,” pagando quasi sempre a proprie spese in prima persona ,atti intimidatori e violenti da parte della criminalità etnica,che vedevano e vedono in lui un nemico,adesso non sarà più solo, assieme a lui sta scendendo tutta la città degli immigrati,e non solo, che vivono nella provincia di Padova.
Bravo Mohamed,l’Italia e non solo il Veneto ti ringrazierà per questa tua coraggiosa iniziativa.

Per chi volesse approfondire l’informazione ciccate su questo link che riporta l’articolo apparso oggi sul Gazzettino di Padova.

http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Padova&Codice=3785873&Data=2008-5-13&Pagina=3

lunedì 12 maggio 2008

Pannella,Taradash e i Liberali


Ormai è ufficiale : è partito il saccheggio-organizzato sulla Domus Liberale Italiana.
La commedia è questa:

Da una parte abbiamo l’ex Radicale Pannella che per conto e a nome di Walter ha già lanciato la sua OPA sul corpo agonizzante del PLI di De Luca. In pratica il buon Marco nella sua grande magnanimità e purezza d’animo ( ? ), si è proposto come il “Salvatore” della parte liberale proponendo una specie di joint venture tra liberali e socialisti. Un po’ come mescolare il diavolo e l’acqua santa. Una pratica normale per il PD ma sconcertante per noi liberali.

Per dirla come l’amico suo Di Pietro , Marco… ma poi cosa ci azzecca il liberalismo con il socialismo? Rispondo io : nulla , zero, anche se questa operazione farebbe molto comodo a Veltroni ; ovvero traghettare il PLI dentro la accozzaglia cattocomunista del PD e magari riconoscere a Marco qualche bel gettone di ringraziamento sapendo e conoscendo la sua sensibilità in merito a questo campo. L’unico concetto di meritocrazia che i compagni conoscono.



Dall’altra parte invece assistiamo allo stesso spettacolo, ordito (anche qui,guarda caso..),da un ex Radicale tal Taradash che si ri-propone anche lui come il “Salvatore” per il salvataggio del sempre agonizzante PLI di De Luca ; nella speranza e nel tentativo di traghettarlo all’interno del PDL ,dopo la vergognosa epurazione fatta prima delle elezioni,all’interno di questo contenitore ai danni dei liberali. Un po’ come dire, cornuti e mazziati. Ma anche questa operazione farebbe comodo a molti ex parlamentari neolib,postlib,truelib…rimettersi in gioco e magari raccogliere qualche piccolo incarico governativo.

La domanda sorge spontanea a noi semplici utenti del PLI:

Possibile che non si riesca a cacciare una volta per tutte il “Cesare” De Luca dalla Segreteria del PLI e con lui tutti i Filistei suoi complici in questa disastrosa e fallimentare gestione?
Possibile che non ci sia una nuova classe dirigente capace di assumere la guida dell’ex glorioso PLI magari dando la Segreteria ad una giovane e brillante donna che possa finalmente rinnovare e rinvigorire questo obsoleto MinCulPop di De Luca?
Possibile che non ci sia uno scatto d’orgoglio dei veri liberali che non accettano l’idea di essere messi all’asta ?

Se questo non è possibile per la solita cecità e ambiguità della classe dirigente liberale a partire da Zanone in poi….allora tra i due mali,sinceramente io preferisco scegliere il meno peggiore. Scelgo il PDL,quello che più si avvicina ai valori liberali che non trovo nell’accozzaglia cattocomunista.

sabato 10 maggio 2008

Il Libano di D'Alema


Adesso che Calderoli ha scioccamente chiesto scusa alla Libya,mi auguro e mi aspetto quanto meno le scuse di Massimo D’Alema verso tutte le vittime Israeliane e anche Libanesi per il dolore e le insicurezze provocate dalle armi (passate volutamente sotto il naso dell’Unifil2..), ai suoi amici Hezbollah il cui utilizzo lo stiamo vedendo anche in questa triste circostanza..

Osservo in questo momento,scorrere sulla tv le immagini degli idioti che hanno marciato a Torino contro l’unica democrazia che ironia della sorte garantisce a questi idioti anche la loro libertà di inneggiare alla loro stupidità ; visto poi che proprio Israele in questo momento è l’unico Stato assieme agli States che sta rallentando,controllando e fermando l’occupazione Europea da parte degli amici di Buffetto Al Alema ,la dice lunga sull’ipocrita visione del mondo che hanno questi inetti e infingardi cittadini e basta ,senza chiamarli italiani.

Osservo tra l’altro nelle mie immagini ingiallite dalla memoria ,il dolore del popolo Libanese da più di trent’anni dilaniato dalle varie occupazioni Siriane e dallo storico tradimento Americano,cosi’ come osservo ora l’ingresso trionfale degli Hezbollah (leggi Iran e Siria),senza che nessun idiota della intellighenzia sinistroide si stia scomodando ad accennare una timida protesta.
Osservo queste cose con grande tristezza.

Purtroppo gli utili idioti o la minoranza rumorosa come la definisco io,dal Loft (si dice..),che al momento siano tutti impegnati “ culturalmente “ nella loro violenta marcia a Torino,nelle università - parcheggio (e poverini c’è anche da capirli) ,nelle redazioni dei loro giornali e nei loro salotti,a criticare a loro buon cuore “l’invasione” Israeliana, a bruciare la Stella di David e poi a correre subito dai loro mandanti per mettere una x sul loro curriculum sessantottino che tanta carriera gli ha fatto fare e continua a garantirgli.
Ovviamente non cito e non sto pensando ai pagliacci come Dario Fò e a tutti quei vecchi fascisti come lui che all’indomani di Piazza Loreto si sono scoperti e rivenduti sotto l’altra nefasta bandiera totalitaria: Falce e Martello.

Io che non sono un ipocrita o un politico o peggio ancora un opportunista mi auguro solo che il Libano per gli Hezbollah e per tutti gli stati canaglia, diventi la madre di tutte le loro future sconfitte.
Shalom

venerdì 9 maggio 2008

Le Iene Rosse dietro Moro...


Ricordo la Roma degli anni 70,quando le radio in bianco e nero e la timida televisione,dietro l’apparente ingessatura ci annunciavano in maniera solenne l’omicidio di Aldo Moro; voci e suoni che si sovrapponevano alle immagini di quel tempo che non riuscivo a dimenticare;camionette dell’esercito che si rincorrevano in maniera scoordinata,fortini volanti in ogni angolo delle strade presidiate da soldatini spaventati,Prodi che giocava con il suo inseparabile pendolino (già allora iniziava a prendere per i fondelli gli italiani..), e tutta la sinistra italiana isterica e in piedi sulle punte con il dito puntato verso la CIA e gli americani accusati di essere i mandanti di questo efferato omicidio. Falsi e bugiardi allora come adesso.
Ricordo e continuo ad ascoltare gli elogi verso questo piccolo uomo politico figlio del suo tempo,a mio parere, ne migliore e ne peggiore dei suoi colleghi. Era figlio della stessa farina.


Allora come adesso e più indignato di allora,non ne posso più di sentire le solite amenità le solite frasi fatte i soliti depistaggi. Penso all’anziano signore seduto vicino a me nella vecchia metropolitana B, qualche giorno dopo l’omicidio politico di A. Moro e alle profetiche parole di questo anonimo signore che mi sussurrò a bassa voce,subito dopo aver letto anche lui la scritta che campeggiava all’altezza della Garbatella,…” Moro è stato ucciso dalla stessa mano che un giorno ucciderà l’Italia..”.
Aveva ragione lui, e oggi mi vengono in mente anche le morti del Giudice Falcone e Borsellino, del Generale Dalla Chiesa…delle famiglie italiane dell’Italia fino a qualche mese fa.

Ricordo anche quando a Roma seduto sulla vecchia metropolitana B all’altezza della Garbatella leggevo una scritta a caratteri cubitali ,che presumo campeggi ancora li“ NO AL COMPROMESSO STORICO” scritto non certo dai militanti americani .


Le Iene Rosse in questo sono insuperabili.

giovedì 8 maggio 2008

Israele, da 60 anni sulla carta geografica


Dal sito http://liberaliperisraele.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1898583,,condividendo appieno quanto riportato dall'amica Simonetta.


Gerald M. Steinberg
Il maggior successo di Israele in sessant’anni di indipendenza è quello di essere sopravvissuto: essere rimasto sulla carta geografica come stato sovrano, con uno status eguale alle altre nazioni del mondo. I tanti successi in campo economico e culturale hanno sicuramente contribuito a garantire questa sopravvivenza, sebbene il desiderio di pace con i nostri vicini rimanga in gran parte frustrato. Ma il vero trionfo è che siamo qui.L’obiettivo primario del sionismo era e rimane la ricostituzione della sovranità e dell’autodeterminazione del popolo ebraico nella sua terra. Oltre alla realizzazione del sogno, vecchio di duemila anni, del ritorno in Terra d’Israele, c’è che la storia di persecuzioni (specie nell’Europa cristiana), espulsioni e pogrom culminata nella Shoà ha mostrato i pericoli legati alla dipendenza da altri. Nel mondo moderno, il popolo ebraico poteva sopravvivere, sia fisicamente che culturalmente, soltanto riguadagnando e preservando l’indipendenza nazionale, su un piede di eguaglianza con le nazioni cristiane d’Europa, le nazioni islamiche del Medio Oriente, e altre nazioni in tutto il mondo. L’alternativa era scomparire, insieme alla ricchezza della lingua ebraica e a un patrimonio di quattromila anni di storia e tradizioni ebraiche.Sessant’anni fa, mentre gli inglesi si apprestavano ad andarsene e gli eserciti arabi pianificavano la loro invasione, la maggior parte dei politici e degli osservatori prevedeva un disastro per il nascente stato degli ebrei. Leader arabi come Azzam Pasha, che era segretario generale della Lega Araba, proclamavano: “Questa sarà una guerra di sterminio, un grande massacro di cui si parlerà come dei massacri mongoli e crociati”. Ufficiali e diplomatici americani ed europei osservavano il vantaggio apparentemente soverchiante degli arabi in fatto di armi, dimensioni della popolazione e del territorio, e esortavano gli ebrei a rinunciare alla dichiarazione di indipendenza.Contro tutte queste previsioni, la tenacia e la motivazione degli israeliani, aiutati dalla profonda immedesimazione e dall’appoggio della Diaspora, garantirono l’indipendenza dello stato degli ebrei.Per il “fronte del rifiuto” arabo e musulmano (compresi gli iraniani, che si mettono alla testa di questo gruppo), l’idea di una sovranità ebraica nel “Medio Oriente islamico” era e rimane inaccettabile. Questo scontro di fondo – e non le divergenze sui confini, sugli insediamenti post-1967 o sull’occupazione – è quello che sta al cuore del conflitto, e che ha portato a guerre d’aggressione e attentati stragisti contro Israele.Il rifiuto si esprime spesso sottoforma di proposte per la soluzione “un stato unico”, con la cancellazione dei simboli ebraici dello stato israeliano (compresi stemma e bandiera), e la pretesa che milioni di arabi, che si attribuiscono lo status di profughi del 1948, esercitino un “diritto al ritorno” creando in questo modo un’immediata maggioranza araba dentro Israele.Alla stessa stregua, anche il tentativo di negare i quattromila anni di storia della Gerusalemme ebraica, formulato nei libri di testo scolastici palestinesi e dallo stesso Yasser Arafat al presidente Clinton durante il vertice di Camp David nel 2000, riflette lo sforzo di rovesciare lo status di Israele quale stato ebraico indipendente.Le campagne in Europa occidentale e altrove che utilizzano etichette come “apartheid” o “razzista” in riferimento a Israele e al sionismo, e la strategia volta a boicottare, disinvestire e imporre sanzioni, fanno parte degli sforzi intesi a negare la legittimità della sovranità ebraica.Lo stesso vale per le condanne generalizzate di ogni risposta israeliana agli attacchi del terrorismo, e il tentativo di negare ad Israele il diritto all’autodifesa riconosciuto a tutte le nazioni sovrane e indipendenti. Similmente, le false accuse di “crimini di guerra” e di “punizioni collettive” vengono costantemente usate per demonizzare Israele alle Nazioni Unite, e da organizzazioni non-governative che sfruttano la retorica della moralità per demonizzare Israele. Questo era anche il principale obiettivo della famigerata Conferenza Onu di Durban del 2001 e della Conferenza di Verifica (Durban Due) prevista per il 2009 sotto la guida di Iran, Libia e Cuba.La delegittimazione e la demonizzazione del sionismo e la faziosità che prende di mira Israele in modo speciale, cancellando sistematicamente il contesto del terrorismo palestinese e di altre minacce e attacchi violenti con cui Israele deve fare i conti, sono diventate la forma moderna dell’antisemitismo. In moltissimi casi, la martellante propaganda anti-israeliana ripropone temi classici dell’antiebraismo cristiano, comprese le calunnie sull’uso diabolico del sangue.Nonostante questa intensa e perdurante ostilità, la capacità di Israele non solo di sopravvivere, ma anche di svilupparsi e prosperare, è la vicenda principale che contraddistingue questi sessant’anni di indipendenza.Con sei milioni di cittadini ebrei in Israele, dieci volte di più che nel 1948, la lingua ebraica è rifiorita e la cultura ebraica si è preservata ed evoluta. Intanto, i progressi verso la piena accettazione di una sovranità ebraica eguale fra le nazioni del mondo sono penosamente lenti, e la lotta continua ad essere, come in passato, estenuante. Ma non c’è scelta: per il popolo ebraico e per Israele non vi sono strade alternative.(Da: Jerusalem Post, 5.05.08)Nella foto in alto: Festeggiamenti in Israele nel primo anniversario dell’indipendenza.


Shalom

Claudio Saragozza

lunedì 5 maggio 2008

Alfred Dreyfus


Siamo tutti un po’ come Alfred Dreyfus,siamo tutti un po’ come questo povero soldato a suo tempo fin troppo umiliato,accusato,processato e condannato ingiustamente,in base a prove false e precostituite:oggi come lui anche noi siamo tutti sotto assedio e sotto processo,siamo tutti un po’ Israele.
Questo soldato forse è stato dimenticato ,seppure “dell’affaire Dreyfus” tanto per rimanere vicini al nostro tempo, il popolo di Israele ha iniziato il suo lento cammino verso l’abbraccio di una terra per secoli negata,un abbraccio verso un sistema di democrazia quasi perfetta,ma cosi perfetta da far scattare nel mondo Arabo ed in Europa e nel mondo, nuove ondate di antisemitismo islamo-comuniste peggiori della Shoah che abbiamo subito fino a ieri dal nazi-fascismo. Ma noi siamo Israele e anche questa volta come ieri e come solo un popolo errante conosce,sappiamo amare e difendere la nostra libertà,la nostra democrazia e il nostro futuro.
Siamo Israele ufficialmente da 60 anni ,come da 60 anni ascoltiamo il suono delle bombe ed il grigio del dolore sempre in silenzio e in isolamento,con dignità e sofferenza,sicuri che un giorno il sonno della ragione che ha bloccato le menti di molte persone amiche e non,si sveglierà dal suo torpore e ci darà la ragione della nostra pace ; sicuri che il sangue degli innocenti, le bandiere bruciate ,la fiera del libro di Torino, le famiglie divise,i sogni e i sorrisi spenti dalla mistificazione e dal dolore faranno alla fine,posto ai sogni dei nostri figli delle nostre case e delle nostre speranze.
Allora forse solo allora,tutto questo inferno che il popolo d’Israele sta vivendo, verrà ricordato come un grande ingorgo di macchine che non rispettavano il codice della strada,dove tutti sparavano all’impazzata e dove gli autisti strombazzavano come una gigantesca tromba di parole,che tutto ad un tratto,di fronte alla nuova maggioranza silenziosa amica d’Israele, smette di urlare la sua violenza lasciando il posto alla poesia,all’amore alla pace che Israele ha sempre seminato.
Quel giorno Alfred Dreyfus ci scriverà sopra una poesia, e la lascerà cadere sopra le parole di chi non avrebbe dovuto scrivere la storia. Quel giorno finalmente il mondo inizierà ad amare Israele.
Auguri popolo d’Israele da un cittadino Italo Eritreo che ama e che difende la libertà d’Israele.
Shalom
Claudio Saragozza

sabato 3 maggio 2008

I comici travolti dal Tevere, dal Tamigi e dalla Senna

Lo Tsunami del politicamente scorretto e del vento liberale(liberale con la i finale), che in questi mesi sta attraversando l’Europa intera, inizia a dare i suoi primi frutti. Cancellata la sinistra comunista e socialista assieme agli ex missini che bivaccavano da decenni sulle sponde del Tevere ,lungo la Senna fino ad arrivare a quelle del Tamigi ,adesso hanno ricevuto dalla storia un documento di sfratto popolare senza se e senza ma; hanno ricevuto questo segnale forte e chiaro dalla rabbia della maggioranza silenziosa, che non vuole più essere ignorata e culturalmente emarginata. Una maggioranza silenziosa orgogliosa delle sue origini giudaico cristiane.

L’Europa,e questa è una bella notizia, si sta quindi finalmente risvegliando dal torpore e dal sonno della ragione,a cui i nostri sacerdoti (o imam ),del politicamente corretto,della religione marxista,dell’islam e di tutte le sue forme di invasioni barbariche più o meno violente,ci avevano costretto a subire e ad abituarci a questo triste declino quasi con rassegnazione.

L’Europa però sta finalmente rivendicando ad alta voce la sua libertà e la sua civiltà che non è certo quella islamica ne tanto meno comunista tanto cara ai nostri sacerdoti del relativismo.

Per questo dobbiamo continuare su questa strada, nella difesa dei nostri valori e della nostra tradizione e non dobbiamo quindi permettere ai forcaioli alla Di Pietro, o ai giacobini alla Vattimo o ai Masaniello alla Beppe Grillo di distoglierci dalle cose serie,dalle nostre battaglie liberali;a loro bastano gli applausi del sottobosco cinematografico e televisivo,dei giornalisti radical chic,dei loro commercialisti,dei comici come Prodi o del giovine Gheddafi,degli ingenui di professione e di tutta la parte parassita che si è sempre alimentata dallo Stato Predone.

A noi invece basta l’applauso della nostra storia,della nostra civiltà e del nostro futuro.

Shalom