Habemus indignados: certo non si può dire che questi eterni ragazzini dei centri sociali, dall’Onda, alle Pantere, ecc..ecc.. sia gente parassita che passa il tempo a giocare a fare i comunisti con i soldi di papà come si dice in giro. Peggio.
Fateci caso quando scorrono le immagini nei vari Tg; sono sempre le stesse facce, gli stessi commandos che da anni attraversano le nostre città , gente eternamente parcheggiata all’interno delle università, scuole e centri sociali. Sono sempre loro, quelli che scattano subito dopo il segnale rosso.
Il messaggio romantico che oggi vogliono far passare al popolino è quello che se tutto è andato a rotoli la colpa (a parte Berlusconi), dell’origine del nostro debito pubblico è una sola: le banche. Questo ha deciso l’internazionale socialista e questo è diventato il messaggio mediatico.
Sinceramente non varrebbe nemmeno la pena parlarne ma, visto che autorevoli commentatori televisivi, giornalisti e politici gli stanno dando voce è bene ricordare a questi ragazzini dei centri sociali che, solo gli stolti possono farsi deviare dal loro torbido tentativo di coprire i fallimenti del socialismo riversandolo sulle banche, quindi sul capitalismo e quindi ancora sul liberismo. Nulla di tutto questo è vero.
E’ vero invece che l’origine dei nostri mali risiede esclusivamente nella politica statalista che ha drogato gli Stati e sulla loro oceanica politica della spesa pubblica.
E’ bene ricordare a questi indignados all’amatriciana che a parte i danni che provocarono i loro padri negli anni settanta ai quali oggi anche loro stanno contribuendo al disastro, di non illudersi che i loro jurassici politici che si stanno candidando per la salvezza del nostro futuro, facciano meglio se non perpetrare nell’oceanica spesa pubblica.
E’ bene ricordare che con il governo Prodi gli stessi (sempre loro) con Bertinotti e Di Liberto in testa, inaugurarono la grande stagione delle grandi aggregazioni bancarie, dall’Intesa all’Unicredit, banche legate a quel mondo politico che gioiva con l’Unipol al grido di “..abbiamo una banca”. Le stesse banche che adesso gli indignados stanno condannando al rogo e lo stesso Profumo ne vorrebbe cavalcare l’onda assieme a tutti quegli imprenditori collusi con la politica che da quelle aggregazioni bancarie ottennero benefici e soldi quasi a costo zero.
Oggi gli unici indignados siamo noi: quelli che non si sono mai nutriti dallo stato Predone ma, che con le loro imposte (estorte) hanno mantenuto e continuano purtroppo a mantenere questi indignados parassiti all’amatriciana